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Nell’alba luminosa
di questo giorno atteso,
il cuor non si riposa,
e di letizia è acceso.
Perché gioisce tanto,
e scioglie al cielo un canto?
Che è questa che sento
dolce commozione?
e quale sentimento
è al trepidar cagione?…
Tu agiti il mio core,
perché ti esprima amore.
Un carme studiato
non è di gesta o ebbrezza,
è canto appassionato
di tenera dolcezza.
Freno al cuor si può dare,
se canta per amare?
di te che dirò mai?
tanto sgorga dal petto:
Tu la mia vita sai,
Tu mi riempi il core,
mi riempi la mente,
d’affettuoso amore,
di tenerezza ardente,
ché sempre al fianco mio,
angelo fosti, pio.
Alla mia culla fosti,
me amorosa allevasti;
quante fatiche, costi,
maternità mostrasti.
Tu a Minerva donare
mi volesti, e sacrare.
Quando fui minacciato
di notte senza stelle,
quando fui deportato
qual prigione e ribelle…
quanto acuto dolore
ti lacerava il core!
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